Due cervelli

È ormai noto che il nostro intestino è sede di un secondo cervello. Con circa 200 milioni di neuroni il cervello che si trova nel nostro intestino è più grande del cervello di un cane che di neuroni ne ha circa 150 milioni.

Considerando questa duplicità, l’alimentazione diventa ancora più importante per la nostra salute. L’alimentazione non è solo salute fisica, ma anche mentale. Un intestino in cattivo stato si traduce anche in problemi di ogni tipo. Stanchezza, sonnolenza, mal umore, nervosismo, stress sono tutti problemi in cui la salute del nostro intestino ha una grande influenza.

Il cervello nella pancia è il primo!

Milioni di anni fa i primi esseri capaci di muoversi nell’ambiente erano molto semplici. Simili a lombrichi erano costituiti interamente da intestino. Era già un grande passo per l’evoluzione partita da organismi unicellulari. Questi esseri viventi primordiali non erano dotati neanche di occhi e orecchie, si limitavano a mangiare ciò che si trovavano davanti, come appunto i lombrichi.

Grazie all’evoluzione gli esseri viventi, al fine di procacciarsi meglio il cibo, hanno sviluppato occhi, orecchie e un sistema nervoso elaborato in grado di interpretare i segnali visivi e uditivi. Il cervello!

In pratica il nostro cervello, quello che abbiamo in testa, è arrivato in un secondo momento. A quanto pare era molto efficiente e ha consentito agli esseri viventi di alimentarsi in maniera eccellente tanto da potersi evolvere in modo eccezionale.

Questa teoria alquanto fantasiosa sembra essere reale. Secondo le teorie evoluzionistiche che ci fanno discendere da organismi unicellulari è ovvio che il cervello sia arrivato dopo.

Chi decide cosa mangiare

Grazie a Dio il nostro cervello si è sviluppato in maniera tale da permetterci di pensare anche ad altro e non solo alla caccia ed al cibo come fanno gli altri animali.

Ma se il nostro cervello all’inizio era al servizio dell’intestino, l’organismo primordiale principale, adesso ha iniziato a mangiare pensando a se stesso.

Il cervello ci spinge a nutrirci principalmente dei cibi da cui trae più energia, zuccheri e grassi, i due alimenti colpevoli di tutti i disturbi metabolici più diffusi.

Quasi tutti i disturbi di alimentazione infatti sono dovuti ad una cattiva alimentazione. Questo è davvero molto sngolare per un essere vivente. Siamo l’unica specie che non è in grado di alimentarsi in maniera corretta, tutti gli altri sembra sappiano perfettamente cosa mangiare.

Circolo vizioso

Non siamo più in grado di mangiare per nutrirci, mangiamo solo per piacere. Essendo avido di grassi e zuccheri, quando ne mangiamo, il nostro cervello ci premia con una scarica di neurotrasmettitori che provocano piacere come endorfina e serotonina.

È proprio questa scarica di neurotrasmettitori che ci induce a mangiare ancora grassi e ancora zuccheri, proprio per questo si innesca un meccanismo vizioso.

Quando mangiamo cibi di cui il nostro cervello è a caccia proviamo piacere perché il cervello ci gratifica con endorfina e serotonina. Il rilascio di questi neurotrasmettitori inducono a mangiare ancora e ancora tali alimenti. Alla fine ci ritroviamo in sovrappeso e depressi. Ciò accade non solo perché siamo consapevoli che mangiare spesso questo tipo di cibo è sbagliato ma anche perché con questo rilascio continuo di neurotrasmettitori del piacere se ne esauriscono le scorte. Questi neurotrasmettitori dovrebbero essere rilasciati poco alla volta ma spesso, quando a causa abitudini sbagliate le scorte finiscono arriva la depressione.

Mangiare è nutrimento

Oggi l’alimentazione è confusa con lo svago. Ormai si mangia solo per puro piacere, si mangia spesso fuori casa cibi elaborati ed ipercalorici. Il cibo non è piacere, il cibo è nutrimento. Bisogna saper godere del cibo solo in occasioni speciali, per il resto il cibo deve fortificare il corpo e lo spirito, non indebolire e ammalare. Per cercare di spezzare questo circolo vizioso bisogna prendere consapevolezza che mangiare è nutrimento non divertimento. Può essere d’aiuto anche pensare al nostro “primo” cervello che ha sede nel nostro ventre, essere più amorevoli con lui e nutrirlo con ciò di cui ha bisogno.


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